La sentenza può essere scaricata qui e la nota riassuntiva qui.
Ascolta la trasmissione "La consulenza" di Nicola COLOTTI Rete 1 del 23 maggio 2014 "La legge dell'oblìo in Internet" (link). Ospiti l'avv. Gianni CATTANEO e Alessandro LONGO.
Ecco il nuovissimo link per esercitare nei confronti di Google il diritto all'oblìo digitale.
Nel seguito approfondiremo in 5 punti il tema.
1. I fatti alla base della sentenza e le richieste del signor Gonzalez
Il protagonista della vicenda è un signore spagnolo, Mario GONZALEZ. Nel 1998 un quotidiano spagnolo aveva pubblicato due pagine in cui si annunciava una vendita all’asta di immobili organizzata a seguito di un pignoramento effettuato nei confronti di GONZALEZ per la riscossione di crediti previdenziali.
Effettuando una ricerca nominativa su Google, il motore di ricerca indicava fra i risultati i link verso quelle pagine online del quotidiano.
Sentitosi leso nella propria privacy e nella propria reputazione, tenuto anche conto del passare del tempo, GONZALEZ ha chiesto all’Autorità per la protezione dei dati spagnola di fare ordine a Google di eliminare o di occultare i suoi dati personali, in modo che cessassero di comparire fra i risultati delle ricerche nominative. Altrimenti detto, non essendo riuscito a far cancellare le pagine in questione dal quotidiano online, egli ha cercato di renderle “non reperibili” attraverso i motori di ricerca.
2. Le sue richieste sono state accolte?
Si, l’Autorità per la protezione dei dati spagnola ha accolto il reclamo ed ha richiesto a Google di adottare tutte le misure necessarie per sopprimere definitivamente dall’elenco di risultati che appare a seguito della ricerca effettuata a partire dal nome della persona interessata i link verso le contestate pagine web pubblicate da terzi e che contenevano informazioni relative a GONZALEZ.
Google ha fatto ricorso contro la decisione, che è approdata davanti all’autorità giudiziaria spagnola, la quale ha sottoposto alla Corte di Giustizia dell’UE una richiesta di interpretazione del diritto europeo sulla protezione dei dati relativamente all’esistenza o meno e ai contorni giuridici del diritto all’oblio nel mondo digitale.
Carattere pregiudiziale: non risolve il merito della lite!
3. In base a quale ragionamento (giuridico) si è giunto all’accoglimento delle richieste di GONZALEZ?
La Corte ha innanzitutto costatato che Google raccoglie, memorizza ed organizza dati personali degli utenti nell’ambito dei suoi programmi di indicizzazione.
Di conseguenza, la società deve rispettare la legislazione sulla protezione dei dati. Ciò anche nell’ipotesi in cui i dati personali raccolti riguardino esclusivamente informazioni già pubblicate tali e quali nei media.
Successivamente, la Corte ha rilevato che per valutare se vi sia diritto all’oblio occorre ponderare, da una parte, il legittimo interesse degli utenti di Internet ad avere accesso alle informazioni personali sui terzi / il diritto di Google di esercitare la propria attività economica e, dall’altra, i diritti fondamentali della persona interessata al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati personali.
In questo processo la natura dell’informazione (il suo carattere sensibile) e il ruolo che la persona riveste nella vita pubblica sono determinanti.
Nel caso concreto, l’interesse di Gonzalez è stato considerato preponderante:
- il pignoramento era stato eseguito e concluso;
- erano passati oltre 12 anni dagli eventi;
- Gonzalez non è un personaggio pubblico;
- le informazioni su una procedura esecutiva sono particolarmente sensibili.
4. Il diritto all’oblìo è assoluto oppure devono essere date delle precise condizioni?
Il diritto non è assoluto.
La Corte ha specificato che, tenuto conto dell’insieme delle circostanze caratterizzanti il caso concreto, i dati devono risultare inadeguati, non pertinenti o non più pertinenti ovvero eccessivi in rapporto alle finalità per le quali sono stati trattati e al tempo trascorso.
Inoltre occorre che non sussistano ragioni particolari, come il ruolo ricoperto da tale persona nella vita pubblica, giustificanti un interesse preminente del pubblico ad avere accesso, nell’ambito di una ricerca online, a dette informazioni.
5. In Svizzera si giungerebbe alla stessa conclusione?
Il diritto svizzero della protezione dei dati personali è armonizzato con il diritto europeo, per cui ritengo che si applicherebbero gli stessi principi. La sentenza della Corte di giustizia ha un considerevole peso e verrebbe considerata nell’ambito dell’interpretazione del diritto svizzero nel caso in cui una situazione del genere venisse portata davanti ai Tribunali svizzeri.
Il diritto all’oblìo nell’ambito dei media tradizionali è peraltro ben conosciuto dal diritto svizzero ed è stato applicato per tutelare le persone contro la rievocazione di fatti relativi ad un passato dimenticato. A titolo d'esempio, il TF ha giudicato che l'autore di un reato ha il diritto, una volta scontata la pena e trascorso un tempo sufficiente, a che tale circostanza non faccia l'oggetto di pubblica rievocazione. La ratio di tale giurisprudenza è di preservare il reinserimento pacifico e definitivo del soggetto nella società.