Dalla scheda della trasmissione (fonte / diritto d'autore: 2014 www.rsi.ch):
Gli uni lo chiamano “diritto all’oblio”, gli altri “diritto all’informazione”. In mezzo la memoria lunga della rete che tutto registra e tutto conserva, anche al di là del tempo necessario. La recente decisione della Corte di giustizia europea che stabilisce come anche i motori di ricerca possano essere chiamati a cancellare riferimenti a siti terzi su persone e fatti non più attuali né pertinenti pone più problemi di quanto ne risolva. Nel mirino della Corte è finito il gigante dei motori di ricerca Google che non l’ha presa affatto bene, ritenendo la decisione (per altro non vincolante) lesiva del diritto ad informare e difficilmente applicabile. Lo scontro si preannuncia epocale tra chi difende il principio del diritto all’oblio (la cancellazione di informazioni e fatti superati la cui conservazione in rete leda i diritti o gli interessi di una persona in modo ingiustificato) e chi invece ritiene che qualunque informazione veritiera, anche se superata, debba rimanere accessibile. Per sempre?
Con: Gianni Cattaneo, avvocato esperto di diritto svizzero di Internet e Alessandro Longo